Sapersi ascoltare non è facile. Non sempre potrebbe piacerci quello che scopriamo.
Sapersi ascoltare è un’attività complessa che implica anche l’accettazione di emozioni, paure e sentimenti che non vorremmo ci appartenessero. Un ascolto profondo di noi stessi é un viaggio attraverso limiti ed esigenze, che porta benessere, ma allo stesso tempo può essere veicolo d’inquietudine e necessità di cambiamento.
Tutto quello che non riconosciamo di noi non scompare per il solo fatto che non ci piaccia; anzi, respingendo quello che non accettiamo, gli diamo valore e lo facciamo crescere senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Quando l’ascolto porta con sé un gudizio non ci diamo la possibilità di affrontare e comprendere davvero noi stessi.
Un grosso esempio in tal senso é la manifestazione di qualche malattia. Il messaggio più esplicito che il nostro corpo può darci é proprio attraverso infortuni o malanni di vario tipo. Questi rappresentano uno stimolo all’ascolto di sé in modo da poter comprendere cosa ci porta in disequilibrio e non ci consente di stare bene. Se guardiamo a questi messaggi solo come eventi dovuti a cause esterne non ci diamo la possibilità di ascoltare davvero il nostro sentire più profondo. Noi non siamo slegati dal nostro corpo: la nostra mente, le nostre emozioni e la nostra fisicità sono fortemente collegate, i messaggi di disagio che il nostro inconscio cerca di nascondere escono tramite il nostro corpo.
È normale avere timore di guardare in faccia ed affrontare i nostri ‘mostri interiori’, perché facendolo temiamo di perdere il controllo della stabilità che magari ci siamo costruiti faticando, che ci rassicura e che crediamo ci protegga. Se però proviamo a guardarli da un altro punto di vista, senza giudizio, con amore, probabilmente ci possiamo rendere conto del fatto che non sono veramente mostri giganteschi, ma semplicemente espressioni di una parte che abbiamo tutti e che va accettata per poi poterla lasciar andare.
Ascoltarsi é anche indagare le nostre vere esigenze, accettando che possano cambiare con il tempo e che necessitiamo di operare scelte differenti, é darsi l’opportunità di esprimere serenamente ciò che siamo.
Nello yoga l’ascolto é fondamentale. A livello fisico nelle asana possiamo imparare a sentire ogni singola parte del nostro corpo, a percepire il nostro equilibrio, a livello più sottile a controllare il respiro ed ancora più in profondità a collegarci con la nostra natura più vera e profonda. Tutto ciò, ascoltandoci. Stando nel momento presente, accettando senza giudizio. È una pratica in cui serve ascolto, imparando ad ascoltare si riesce ad ascoltare sempre più in profondità.
Un esercizio semplice, ma molto efficace, é prendersi un momento ad occhi chiusi in cui concentrarsi ad ascoltare il proprio respiro. Questo, oltre a ricollegarci con la nostra energia, ci permette di quietare i moti interiori per guardare serenamente dentro di noi. E’ il suono della vita, il respiro: ci porta a riflettere su come stiamo con il suo ritmo e la sua intensità. Possiamo associare il suono e il silenzio al nostro quinto chakra, che ha la sua sede fisica nella zona della gola. Il suo animale simbolico è un elefante dalle orecchie giganti, queste rappresentano l’udito: la capacità di sentire sia le parole che pronunciamo che quelle che ci rimangono dentro.
Nello yoga l’ascolto porta a continui aggiustamenti: rivoluziona il nostro essere attraverso il bilanciamento.